“Su Fragellu”

"Su Flagellu"

Pietro Longu, “Su Fragellu”, acrilico su legno, 1,30 x 1,30 metri, 2020.

“Su Fragellu”

A causa della disarmonia uomo natura incubo del contagio

COMMENTO DELL’AUTORE

Dipingendo quest’opera ho pensato alla condizione dell’Uomo che affronta, in questi giorni, la pandemia del Coronavirus; all’avidità e alla brama di potere, con cui la società moderna pensa di poter superare e contrastare le Forze dell’Universo.

Un sistema spesso fragile e snaturato che conduce alla rottura con la Natura, con la bellezza, creando disarmonia nell’equilibrio naturale e dando vita al “flagello”, suscitando rabbia, violenza, malattie, morte.

Ora più che mai, di fronte a questa crisi globale, diveniamo consapevoli che la Natura, nella sua espressione più totale, è sinonimo di bellezza e armonia, dello splendore del bene e del vero, e dona senso alla vita, libera la nostra energia più preziosa alimentando anima, cuore, coscienza e creatività, elevando l’Uomo ad uno status superiore.
Custodirla è l’unica via per scoprire il significato più profondo della vita.

La monocromia del rosso, presenza costante nelle mie opere pittoriche, rappresenta in questo quadro la tensione tra gli elementi della natura e l’uomo.
Il rosso è forza, aggressività, paura, angoscia.
Ma il rosso è anche coraggio, vitalità, energia, resilienza, ciò di cui l’uomo ha bisogno per reagire alla morsa della spirale e rialzarsi, ricostruendo il proprio posto nel mondo e ristabilendo gli equilibri naturali.

BREVE DESCRIZIONE DELL’OPERA

Ho rappresentato il Coronavirus come un vortice impetuoso che esce da una conchiglia vuota, la più grande in alto a sinistra. Arriva all’improvviso e gradualmente avvolge tutta la terra: “unu fragellu”. Si impossessa del dono più grande dell’uomo, la vita, che ho rappresentato simbolicamente con una pietra preziosa, in basso a sinistra trattenuta dal virus con la sua mano; dalla sua bocca escono spore che contagiano l’uomo.
A destra l’uomo con il capo intrappolato in una conchiglia, adagiato a terra, si dimena e con la mano cerca di riprendersi la vita. Sullo sfondo un’altra figura, in segno di disperazione, solleva il braccio chiedendo aiuto e porta la mano sul viso per difendersi dal contagio.
Nella linea di terra conchiglie vuote e spore danno il senso del degrado della natura.

Tutte le forme e la composizione estetica dell’opera fanno parte del mio stile, sperimentato in tanti anni di ricerca artistica.

Pietro Longu
©Riproduzione Riservata

 

Articolo di Sandro Biccai “La Nuova Sardegna” del 06/04/2020: https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2020/04/06/news/bortigali-l-arte-di-longu-speranza-contro-l-epidemia-1.38688918?fbclid=IwAR1bUk96Pr4YYPybMao14gcp4hYq9Ylr5uGV803T44IwqrcI_Xd8RStFmeY

L'arte di Longu, speranza contro l'epidemia

Articolo di Sandro Biccai, “La Nuova Sardegna” del 06/04/2020

Personale Galleria “Età dell’Acquario” Sassari (1977)

ARTICOLO DELL’ARTISTA MARIO DELITALA

L’artista ancora giovane è nato a Bortigali, ridente paese ai piedi dei monti boscosi del Marghine e da cui si gode una pianura estesa che va smorzandosi alle basi del Gennargentu, e riunisce gente seria e molto laboriosa, agricoltori e allevatori che vestiti dal loro costume stretto e severo, quasi monocolore e col baculo in mano, erano presenti in tutte le fiere dell’isola.
Longu ha ereditato dagli antenati la serietà e la resistenza al lavoro, e nei suoi quadri, infatti non si scorge l’impulso momentaneo dell’impressionista, più o meno disordinato, ma la paziente serietà di esecuzione e la sicurezza di visione e di intuito che sono, secondo me, le virtù principali di un artista.
Io non l’ho seguito dentro il suo studio, ma in questa mostra dell’ “Età dell’Acquario”, ove lungamente ho potuto osservare le opere, prima di toccare il colore sulla tavolozza egli aveva già creato il tema, aveva dinnanzi a sé tutta l’armonia tonale ed il complesso ritmo delle forme che poi definirà, mano mano, procedendo nel lavoro.
La bellezza delle opere, però, non sta nei temi e nel concetto sociale e umano che essi indicano e che l’artista può spiegare con la sua parola, ma, nel linguaggio che sprigiona nelle immagini pittoriche, nella chiarezza derivante dalla semplicità dell’uso del pennello, o, della penna, o, della punta di acciaio che creano o sulla carta, o sul metallo o sulla tela chiaroscuri dai passaggi di una morbidezza incomparabile e tonalità di una musicalità sopraffina.
Le figure non sono trasformate con insulse intenzioni astrattistiche o presunzioni di artificiosa personalità ma, per seguire l’equilibrio compositivo richiesto dal sentimento e della sensibilità che era già dentro l’animo dell’artista; gli oggetti sparsi intorno ad esso hanno forme definite e tonalizzate idealmente per poter in esse far apparire più luminoso l’insieme e più vivo il movimento delle masse e che attraggono lo spettatore invogliando a scoprirsi emozioni sempre nuove e brillanti.
I titoli di molte opere quali: La Germinazione, Come paesaggio, La Nascita della Società, Le mani in pasta, L’uomo incatenato, I piombi, La pesca miracolosa, ecc., non sono adeguati a spiegarne il valore artistico, il quale dipende solo dal linguaggio pittorico in esso avvolto che bisogna scoprire ed intendere.
Gli oggetti diversi, ovali, esagonali, rettangolari ecc., con colori vari anche se si vedono in tutti i quadri, non si ripetono mai, perché hanno diverso brio tonale più o meno forte di lucentezza, hanno varietà chiaroscurali che servono a rendere vitale la composizione.
Le sfere più o meno grandi sebbene non riproducano una realtà, animano gli sfondi con aperture di buchi dai quali escono oggetti che con le loro prominenze e decorazioni ed i loro accostamenti suscitano emozioni e curiosità d’interpretazione.

L’artista nel bianco e nero traccia righe che si incrociano con delicatezza e insistenza e regolarità geometrica fino ad ottenere una scala di toni dal più chiaro al più scuro, creando forme e luci che, ripeto ancora, sono il segno più evidente di pazienza e sicurezza equilibrata di mano e della validità di buon compositore, cioè delle migliori virtù dell’artista.

Mario Delitala

 

Biografia

L’artista Pietro Longu
è nato a Bortigali (NU) e attualmente risiede a Nuoro. Si avvicina al mondo dell’arte precocemente, scolpisce infatti le prime opere in pietra all’età di sette-otto anni. Si tratta di un periodo importante della sua vita, in cui si sono susseguiti momenti ed esperienze significative, che l’hanno portato a diventare l’artista che è oggi: Fin da bambino quando mi svegliavano alle tre del mattino per preparare il pane, mi sedevo accanto al focolare e con un pezzo di pasta modellavo asinelli, gatti, cani, pecore, buoi. Man mano che sono cresciuto ho portato avanti questa prima esperienza, sperimentando materiali nuovi, dal fil di ferro, al legno, e a tutto ciò che mi capitava tra le mani. Lavorando in campagna ho iniziato a conoscere la pietra. Fin da bambino ho scolpito la trachite e le pietre arenarie, riproducendo nuraghi, castelli oppure il caminetto con le persone sedute accanto al focolare, la macina del grano con l’asinello, e anche qualche bassorilievo. Quando a Bortigali hanno scoperto che facevo queste sculture tutti venivano a casa a vederle, c’è stato molto entusiasmo che mi ha dato la forza e la carica per continuare, anche perché questo era il mio modo di esprimermi, forse più delle parole.
Ha frequentato a Sassari la Scuola di Ceramica e successivamente l’Istituto Statale d’Arte, conseguendo il Diploma di Maestro d’Arte, sezione Scultura e Ceramica. Sono stati suoi docenti Stanis Dessy, Filippo Figari, Gavino Tilocca, Clemente. Durante gli anni di studio ha avuto inoltre l’opportunità di accedere al laboratorio di incisione e grafica di Stanis Dessy come allievo prediletto, dove ha potuto imparare le tecniche dell’incisione.
Nel 1962-63 comincia a vincere i primi premi per la pittura, per la ceramica e la scultura. Si è abilitato in Discipline Pittoriche, Educazione Visiva e Educazione Artistica. Dal 1968 al 2001 è stato docente di Disegno dal Vero ed Educazione Visiva presso l’Istituto Statale d’Arte di Nuoro, di cui è stato Preside per alcuni anni. Ha inoltre fatto parte delle Commissioni d’Esame di Maturità di Arti Applicate, in veste di Presidente e Commissario.

Lungo la sua carriera artistica ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti di partecipazione e merito. Ha preso parte attivamente alla vita culturale delle arti figurative a livello regionale e nazionale, partecipando a numerose Mostre Collettive e Personali di pittura, scultura e incisione. Inoltre è stato componente di numerose commissioni e giurie riguardanti le arti figurative. Diverse opere di pittura e scultura fanno parte oggi di collezioni private. Opere pubbliche impreziosiscono piazze, edifici e chiese di diverse città e paesi e sono realizzate in diversi materiali come il bronzo, la ceramica, il marmo e il legno.
Di Pietro Longu si sono occupate riviste specializzate e quotidiani, emittenti nazionali e private tra cui: L’Arte Italiana nel Mondo, Artisti Sardi del XX Secolo, Il Giornale d’Italia, Tutto Quotidiano, La Nuova Sardegna, L’Unione Sarda, Il Pungolo Verde, Il Monte Sardo, La Nuova Europa, Frontiera, La Grotta della Vipera, L’Ortobene, L’Altro, Il Dialogo, La Voce Serafica, Il Giornale, Sassari Sera, Il Medio Campidano, RAI 3 Sardegna, Videolina, RAI 3 Piemonte, Tele Sardegna, Tele Isola, Sardegna 1, Canale 5, Televideo, Rai 1.
Nel 2002 è stato pubblicato il libro: “CERTEZZA e DUBBIO. Il Senso della Vita nelle Poesie di Bruno Forte e nelle Sculture di Pietro Longu” dell’autore Mario Corda, prefazione di Antonio Todisco, Casa Editrice EDICOM Milano. Dello stesso anno è anche “Gli Artisti Sardi del XX secolo” di Gavino Colomo. Scrivono di lui anche Mario Delitala e Wally Paris.

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