La pittura dei primi anni

Lo sguardo
di chi osserva le opere pittoriche di Pietro Longu viene indubbiamente catturato dai colori intensi e dai marcati passaggi di luce ed ombra che animano i suoi quadri. I colori sono il risultato di un’attenta e continua ricerca cromatica: sono ottenuti dallo studio della scomposizione della luce. Ad esso si accompagna una costante sperimentazione dei materiali, che va dai supporti ai vari tipi di colore ad olio, acrilico o puri.
Sensibile ed attento ai problemi che da sempre l’uomo affronta nella società, nel significato dei suoi quadri è raccontata ed analizzata la complessità dell’essere umano. La serietà degli argomenti non toglie serenità: lo sguardo dello spettatore si sofferma attratto dai forti contrasti cromatici e dalle armoniche composizioni, che si lasciano guardare ed ammirare, suscitando curiosità e invitando alla riflessione e alla consapevolezza.
Le sue prime importanti opere pittoriche, spesso realizzate anche in grandi dimensioni, risalgono alla fine degli anni ’50 e ai primi anni ’60.
E’ questo dunque il periodo in cui nelle sue tele trovano posto una moltitudine di forme disposte in maniera armonica nella composizione. A prima vista sembrerebbero frutto della fantasia, in realtà sono tutte forme presenti in natura, che l’artista ha fatto proprie, colorandole e riutilizzandole di volta in volta, e rappresentandole sempre con un forte realismo ed al tempo stesso con un’intensa carica simbolica. Elementi di una natura oscura, poco conosciuti ed osservati, come insetti, muschi, licheni, erbe, alveari, alghe frastagliate, sassi e pietre preziose, spesso di piccole dimensioni, nei suoi quadri vengono ingigantiti e talvolta fanno da sfondo o raccontano. Sono forme allungate o geometriche caratterizzate da colori intensi e giustapposti e da forti passaggi cromatici. La percezione che ha chi guarda è quasi di straniamento e spaesamento: le forme sono immerse in un’atmosfera sospesa e di attesa, quasi metafisica e talvolta enigmatica ed onirica, in cui le figure umane e naturali appaiono semplificate ed essenziali, poiché mirano a rappresentare la realtà interiore dell’essere umano. Non un’estetica esteriore dei muscoli e dei tratti somatici visibili dunque, quanto piuttosto un’anatomia interiore con tutti i problemi esistenziali dell’uomo. Mediante la composizione di tante forme l’artista costruisce il corpo umano, in base alla drammaticità o alla bellezza che vuole esprimere.
Lo spettatore viene così catturato dai particolari dell’opera. Nel tentativo di interpretare e cogliere il significato della rappresentazione si avrà quasi l’impressione di entrare dentro la tela e di far parte della realtà raffigurata: più ci si soffermerà nei dettagli più se ne scorgeranno degli altri. Ogni parte racconta infatti una porzione della storia del quadro ed al tempo stesso esprime un significato autonomo ed indipendente, come se l’artista volesse guidare lo spettatore nella narrazione ed aiutarlo in questo modo a comprendere i molteplici significati dell’opera.
Sono questi gli anni in cui Pietro Longu inizia a maturare anche una personale riflessione sui problemi della società, della natura e dell’ambiente.
Il TossicomaneUno dei quadri più significativi e rappresentativi di questo periodo è senz’altro “Il Tossicomane” (fine anni ’50-inizi anni ’60, olio su sacco, 1.30×80). L’opera, che ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti (come il Premio Monterosello a Sassari e il IV premio Terza Settimana d’Arte a Cagliari) affronta il tema della droga. Negli anni ’50 in Italia era una realtà ancora molto lontana, se ne parlava nei giornali come uno spauracchio presente solo negli Stati Uniti e nei paesi del Nord Europa. Una figura umana stilizzata domina il quadro. Appare subito evidente il dramma di chi vive intrappolato nella tossicodipendenza. Una luce intensa illumina e abbaglia un uomo, che tenta di coprirsi, svelando per un istante, quello catturato nel quadro, il dramma e il tormento di chi viene trascinato nel mondo della droga. I forti contrasti cromatici del giallo, del blu e del verde, e i marcati passaggi di luce e di ombra accentuano lo stato di angoscia e descrivono il mondo in cui è imprigionato il tossicomane.

Nell’opera “Conquiste nello spazio” (anni ‘60, olio su tela, 80×55) si rende omaggio ai primi esperimenti nel cosmo. La tela è ricca di elementi naturali stilizzati ed ingigantiti. foto (1) Copia (87)Una sagoma umana è racchiusa entro un segno colorato, una striscia-nastro che parte dal bianco e sfuma verso l’azzurro. La figura, racchiusa entro questa forma, è slanciata, come a voler salire verso l’alto, attraverso un moto ascensionale, e uscire per conoscere nuove frontiere e orizzonti sconosciuti, che si celano in alto a destra, al di là di scure fessure. Una sfera arancione con delle striature blu simboleggia l’universo e altri pianeti, mondi nuovi ancora da scoprire.

 “La Solidarietà” (prima metà anni ’70, olio su tela, 1.20×80) è dedicata invece all’aiuto reciproco tra gli uomini: una figura cerca di liberarsi da un cubo, che simboleggia lo spazio vitale dell’essere umano. Esso appare deteriorato, composto da tante forme e percorso da gallerie provocate dagli insetti, trasmettendo un senso di decadenza. Di fronte, un’altra figura in primo piano porge il suo aiuto. La SolidarietàAnche in quest’opera lo spazio in cui sono collocate le figure è molto significativo: sassi, pietre marine o di fiume dai colori intensi e contrastanti tra loro, quasi come pietre preziose, rappresentano il terreno accidentato in cui l’uomo generalmente si muove nel mondo e nella società in cui vive. In alto nello sfondo, sulla destra, un alveare simboleggia la laboriosità dell’uomo, l’aggregazione e la collaborazione sociale.

Una processione di figure umane, che assumono di volta in volta ricercate e differenti posture, rappresentano nella “Guerra” (1975, olio su tela, 1×60 ) l’aiuto e il sostegno per i feriti e i sofferenti. La Guerra
Anche qui, nello sfondo domina un grosso alveare sui toni del verde, i cui esagoni rimandano alla solidarietà e alla collaborazione sociale. Ombre inquietanti spiccano tra grandi sfere che sembrano precipitare come fossero bombe. Le sfere hanno grandi aperture e sembrano vuote, assumendo perciò un duplice significato, come se al loro interno possa esserci qualcosa, il bene o il male.

Chiara Longu
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