Le prime sculture


“Pietro esercitava il suo diritto al sogno e alla felicità nelle campagne dove avevano pascolo e orti, Sas Seddas, Pitigunis, Badde Tricada. Il bambino osservava il muoversi a spirale della chiocciola, segno ricorrente nell’arte dell’uomo adulto”
(Natalino Piras, La Nuova Sardegna, 05-09-2004).

Le primissime opere scultoree di Pietro Longu risalgono all’età scolare.
L’età infantile è senz’altro una delle fasi della sua vita più importanti. Sono questi infatti anni ricchi di esperienze intense che hanno segnato la sua esistenza e la sua carriera artistica.  L’artista scopre il mondo esterno e la realtà che lo circonda, è libero di salire sugli alberi, di passare tra i cespugli, di fare il giro delle tanche sui muri, di correre a cavallo; una libertà che ha trasferito in una personale espressione artistica.
Un’infanzia segnata dal grande impegno e senso del dovere: appena usciva da scuola si recava in campagna ad aiutare il padre e a badare al bestiame. Rimanendo spesso da solo, ha iniziato a conoscere la pietra, come la trachite e l’arenaria, e a scolpirla, servendosi di strumenti improvvisati, come vecchi chiodi da binario o cacciaviti della Singer (la macchina da cucire della mamma). «Trovata la pietra, la ferula, la terra luzzana, mi mettevo a modellare e scolpire. Non c’era albero che non salivo, roccia dove non saltavo, animale che non seguivo» (Natalino Piras, La Nuova Sardegna, 05-09-2004). Gli oggetti delle sue sculture erano quelli appartenenti da un lato alla sfera fantastica, come il castello, dall’altro legati al mondo che lo circondava e con cui era a contatto, come nuraghi, la macina del grano con l’asinello, il caminetto con le persone sedute accanto al focolare, le signore del paese e Grazia Deledda.
Il “nuraghe Orolo”, tra più significativi monumenti archeologici che appartengono al territorio di Bortigali, è un vero e proprio modellino di nuraghe, riproduce infatti l’esatto numero dei conci che lo costituiscono. L’artista aveva una conoscenza approfondita del monumento, si divertiva ad arrampicarsi sulle mura esterne ed interne e a contarne le sue pietre.
La gente del paese di Bortigali si è mostrata sin da allora entusiasta nei confronti della creatività dell’artista-bambino, tutti si recavano a casa a vedere le sue opere. Ciò gli ha sicuramente dato la forza e la carica per continuare e prendere la coraggiosa decisione di lasciare il paese e dedicarsi agli studi, iscrivendosi a Sassari all’Istituto d’Arte.
Tutti i lavori realizzati da bambino sono stati esposti per un anno intero nelle vetrine dell’Istituto d’Arte, infatti i suoi professori come Stanis Dessy, Gavino Tilocca e Filippo Figari, ritenevano che queste precoci opere dovessero essere viste da tutti, per attestare l’elevato livello della scuola e dimostrare che all’Istituto d’Arte si accedeva solo se si era in possesso di  una certa predisposizione, di determinate capacità e manualità.

Scrive il poeta Pantaleo Serra:

Deo, Pietro, nascher t’hapo idu,
pizzinnu poi e giovanu formadu:
istande faccia a pare in bighinadu,
da-e sa vista no mi ses fuidu.

Cun sus tempus, de poi, hapo sighidu
ancora s’eccellente risultadu
cando ti hat  s’iscola diplomadu
pro su gradu c’hais cunsighidu

in sa nobile arte ‘e sa pittura,
ende dotadu de altu talentu
e geniales donos de natura.

 Ti poto narrer chi, ogni momentu
hap’ammiradu sa tua figura,
ca sempre simpatia nd’appo tentu.

  _______

 M’ammento, cand’ancora pastoreddu,
pro vigilare s’ama in sa pastura,
vivias a contattu ‘e sa natura,
ma non faghia usu ‘e s’iscarpeddu,

 eppuru t’est frimada in su cherbeddu
sa mirabil’idea ‘e s’iscultura;
sen’haer in materia cultura
ne puntas de attarzu, ne marteddu,

 unu cant’e calcare has modelladu
forzis fattende usu ‘e carchi zou
o de calchi puntale ismarrazadu!

 Trasformende su ruzu aspettu sou
In d’un’oggettu e arte, ch’est istadu
su primu geniale passu tou.

 _______

 Ispintu da-e s’estru, e guidadu
sempre da-e sa vera passione,
has consighidu sa perfezione
cando ti ses artista diplomadu.

 Figuras dogni tipu has modelladu
e pintus telas chi, ogni persone
hat ammiradu in s’esposizione
varias bolta, e t’hat giudicadu

 Cun giustu riguardu e bonucoro;
t’hat riconnotu veru fizu ‘e s’Arte
e premios t’hat dadu in prata e oro.

 Sias da hoe notu indogni parte;
hapas de sa provincia de Nuoro
sempre pius in altu s’Istendarte!

 Pantaleo Serra,  Roma 15 dicembre 1975

Chiara Longu
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